Il cuore e la mente

Il dilemma

“Se la testa vi dice una cosa e il cuore ve ne dice un’altra, prima di agire dovreste decidere se intendete avere più cervello o più cuore.”
(M. vos Savant)

Se, pensando, agendo e vivendo, senti interesse, stai seguendo la mente.
Se provi entusiasmo, stai seguendo anche il cuore. Attenzione però a non seguire troppo le illusioni…
Sognare in grande, trasformare i bisogni in desideri, cercando di mettere insieme emozioni, ragione e realtà.
La mente e il cuore: a volte sono come due mani giunte in preghiera e in una identica direzione.
Altre volte sono due rivali che si vogliono liberare l’una dell’altro.
La prevalenza culturale dell’obiettività sulla soggettività, l’egemonia della tecnologia e della scienza, ci hanno educato ad “usare la testa” in tutto quello che facciamo.
Per eccesso, nella migliore delle ipotesi, questo si trasforma nel fare le cose sotto il predominio della razionalità.
Il che non necessariamente coincide con l’agire con consapevolezza e soprattutto con saggezza.
I pensieri più grandi, anche i più nobili, è vero che vengono dalla mente, ma è dal cuore però che essi traggono la loro forza.
Il cuore, le nostre emozioni non mentono.
C’è un primato chiaro, evidente ora anche alle neuroscienze, delle emozioni sul pensiero, dell’affettività sulla razionalità.

Noi cosiddetti “umani” abbiamo il cuore da un lato del petto e dall’altro abbiamo uno spazio vuoto.
Metaforicamente è così perché quando abbracciamo qualcuno, il battito del cuore di ciascuno riempie il vuoto dell’altro lato.
Abbiamo dunque bisogno dell’abbraccio speculare dell’altro per riempire quel vuoto.
Da soli funzioniamo, individualmente esistiamo comunque, ma due cuori che battono all’unisono come diapason innescano, dentro e fuori, potenti energie positive.
Una stasi “energetica” nel corpo (e nell’anima) produce sempre un disagio (del corpo, della mente o di entrambi) che può sfociare in sofferenza e malattia.
Solo un incremento di energia “sottile” può portare alla ripresa del ciclo vitale.
Un abbraccio può rappresentare questa scintilla per riavviare il circuito vitale.
Il cuore batte forte non perché ha bisogno del cardiologo, ma perché è vivo e vuole amare.
È la sua funzione e ci ricorda lo scopo generale del vivere: amare, amare se stessi e amare il prossimo come noi stessi!
Che si può tradurre concretamente nell’amare prima se stessi, perché questo rientra nelle nostre possibilità, dipende solo da noi e non dagli altri.
Solo così in quell’abbraccio possiamo far vibrare il cuore dell’altro!

Il cuore, la mente e…

“Meglio un cuore senza parole, o parole senza cuore?!…”

Non è una domanda, è solo una provocazione.
Ma la questione non si pone proprio.
Il problema vero è che viviamo un mondo veramente senza cuore, sprofondato nei recessi dell’arroganza, della sete di potere, della bramosia di beni e ricchezze materiali.
Testa calda e cuore freddo: una vita tutta di superficialità e di apparenza.
Una provocazione e un dilemma forse inutili, perché chi non ne ha consapevolezza, non ha nessuna voglia di ascoltare parole di cuore, perché lo costringerebbe a prendere coscienza della sua assenza, di un vuoto nel petto, che è il segno del proprio tradimento alla vita.
“Se c’è da scegliere tra mente e cuore, ricorda che il cuore ha sempre ragione, perché la mente è stata plasmata dalla società. È un prodotto dell’educazione, ti è stata data dalla società, non dall’esistenza. Il cuore è incontaminato” (Osho).

Il segreto, apparentemente semplice, è allora mettere insieme, integrare pensieri, sentimenti e ragione.
Sognare in grande, trasformare i bisogni in desideri, cercando di mettere insieme emozioni, ragione e realtà.
Quello che apprendiamo dalla vita è inutile se va alla mente ma non passa per il cuore.
È allora che la Conoscenza diventa Consapevolezza.
La sapienza si trasforma in saggezza solo se si interiorizza, si “somatizza”, diventa viscerale; apre la porta del nostro sentire e del nostro agire.
Le azioni più significative, che dovrebbero sempre essere coerenti con il sentire e il pensare, sono sempre conseguenti alle scelte del cuore.
Una superiore sanità mentale comincia proprio con lo sbarazzarsi dell’ingombro della mente raziocinante, integrando nel nostro modo di essere le emozioni, i sensi, le idee e le azioni.
Significa coniugare il cervello con la pancia (definita dalle neuroscienze “secondo cervello”), mettere in connessione la mente con il cuore.
Significa gestire, agire, i nostri comportamenti solo dopo aver pensato, e pensato in relazione con l’aver sentito.
Vivere “con il cuore e con la mente” vuol dire essere in sintonia profonda con se stessi, coniugare la parte intuitiva con la consapevolezza cosciente.
Non solo il corpo, il cervello, la ragione, ma anche l’anima che trova così la sua vera espressione.
L’invito ad “usare la testa” può quindi essere trasformato in un “saper essere”, che attiva una più sana attitudine personale: fare le cose con la “mente sgombra” dalle sovrastrutture esterne e soprattutto dai condizionamenti degli altri.

“Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambi.”
(R. Levi Montalcini)

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Circa l'autore:

Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano
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