Una nuova coscienza

Un Umanesimo nuovo, non un Nuovo Umanesimo

Stiamo vivendo una fase storica di grande decadenza.
È come se dovessimo riempire un vuoto profondo, colmare la mancanza di una nuova coscienza sociale.
Viviamo un malessere che ci prende pian piano, siamo vivi, malgrado la nostra apparenza, siamo fermi, malgrado la grave emergenza, come uomini al minimo storico di coscienza.
E pensare che basterebbe pochissimo.
Basterebbe lasciare fuori tutto il conformismo di cui è permeata la nostra esistenza.
Dubitare delle nostre risposte già pronte. Dubitare delle nostre convinzioni presuntuose e saccenti.
Basterebbe smettere di sentirsi vittime delle madri, dei padri, dei figli.
Basterebbe smetterla di piagnucolare, criticare, fare il tifo e leggere i giornali.
Rendersi conto che anche l’uomo più mediocre può diventare geniale se guarda il mondo con i suoi occhi.
Smettere di credere che l’unico obiettivo sia il miglioramento delle nostre condizioni economiche, perché la vera posta in gioco è la nostra vita.
Smettere di sentirsi vittime del denaro, del lavoro, del destino e persino del potere, perché anche i cattivi governi sono la conseguenza naturale della stupidità degli uomini.
Basterebbe abbandonare il nostro smisurato bisogno di affermazione, abbandonare anche il nostro appassionato pessimismo e trovare finalmente l’audacia di frequentare il futuro con gioia.
Subito.
Qui e ora.
Perché la vita non muore per le paure inventate come pretesti per non affrontare le difficoltà.
La vita muore soprattutto per la mancanza di una profonda consapevolezza della realtà, che è la sola ragione della fine di qualsiasi civiltà.
(G. Gaber)

Un manifesto politico-sociale sempre attuale.
È l’idea di una Politica che vede al centro la Persona, come il vero soggetto e non l’oggetto della politica.
Una visione ideale in cui il Principe (chi gestisce il Potere), divenuto finalmente Persona, assume su di sé il compito collettivo di realizzare l’Utopia.
L’Utopia non è dunque ciò che è impossibile da realizzare, ma solo la misura dei limiti e delle resistenze che si frappongono alla costruzione di una Società umana che mette al centro le Persone e non gli interessi economici, il Benessere di tutti e non lo sfruttamento delle risorse, della Natura e degli individui.
Un Umanesimo nuovo, un umanesimo rinnovato, non un Nuovo Umanesimo come professa certa politica (e certa religione…), che di fatto è solo il preludio per la soppressione dell’umano ed instaurare l’epoca del transumano.
No, grazie.
Preferisco Gaber!

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Circa l'autore:

Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano
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