Rabbia

Aggressività e rabbia

“La rabbia che viene trattenuta troppo a lungo scava un fosso nel profondo. Lì dentro ci andranno a finire tutte le parole non dette al momento giusto. Le urla taciute. Le proprie ragioni mancate. Poi, come tutti i fossi che non sono stati ripuliti, non accetterà più nemmeno una goccia di dolore. E tracimerà. E forse lo farà in uno di quei momenti da niente. Che poi gli altri si domanderanno: Ma è impazzito?”
(P. Felice)

Alla base di ogni situazione di stallo, uno stato di tensione in cui ci sentiamo bloccati, incapaci di reagire, pur con i “nervi a fior di pelle”, ci sono in genere tre cose: la mancanza di consapevolezza di Sé, l’incapacità di gestire il proprio mondo interno e la rabbia. Di queste tre variabili la più pericolosa è sicuramente la rabbia, perché è in grado di minare profondamente l’equilibrio sia del corpo che della mente e di distruggere la possibilità di relazioni positive.
La rabbia è la degenerazione dell’aggressività come sana difesa di sé di fronte agli attacchi esterni. Nasce quindi dall’accumulo, dall’incapacità ad esprimere le nostre “legittime difese” in modo congruo, tempestivo ed adeguato.
Sottosta ad un difetto narcisistico secondo il quale ogni torto subìto è vissuto come attacco personale, ferita narcisistica, “lesa maestà”, inaccettabile ed intollerabile. Alla radice della rabbia, c’è sempre la convinzione che ci sia stato fatto un torto. L’esplosione collerica manifesta a suo modo la volontà di potenza di ricevere riparazione.
La rabbia nasce quando la normale “aggressività”, intesa come naturale difesa del nostro Sé, è stata inibita e bloccata per troppo tempo. Più accumuliamo frustrazioni e offese senza congruente reazione, più si rischia l’esplosione collerica.
La rabbia è appunto l’ingorgo di reazioni aggressive (sane) non espresse al momento opportuno e che possono improvvisamente esplodere in modo distruttivo (ira incontrollata).
La via d’uscita da questa condizione è quella di recuperare la capacità di esprimere le nostre emozioni, compresa l’aggressività, che è la normale risposta quando qualcosa minaccia la nostra integrità, o sul piano fisico o su quello psichico.

Emozioni e rabbia

“Innanzi tutto, l’emozione! Soltanto dopo la comprensione!” (P. Gauguin)

Le emozioni sono il ponte di connessione energetica fra il corpo e la mente, fra la nostra coscienza individuale e il mondo esterno. La nostra integrità si estende dal corpo, alla mente, alla nostra anima. La nostra salute non è semplicemente “assenza di malattia”, ma uno stato di completo benessere che va dal materiale all’immateriale, dal visibile all’invisibile, in modo indissolubile. Se qualcosa viene bloccato, crea prima o poi un disagio, che se non viene compreso, si esprime inevitabilmente in una delle nostre dimensioni costitutive (il corpo, la mente e l’anima). Comprendere (cum, insieme, ossia prendere insieme, accogliere) le emozioni significa sostanzialmente dare voce, nominare, tradurre in linguaggio e comunicazione, quello che percepiamo, sentiamo contemporaneamente a livello fisiologico e psichico.
Il modo migliore per non accumulare rabbia è dunque quello di saper tutelare se stessi, reclamando in modo sereno, fermo ed equilibrato il rispetto della nostra dignità personale. In ogni momento e nel pieno rispetto dell’altro. Evitando di ferire e di farsi ferire. Disinnescando sul nascere qualunque risentimento, che si fonda erroneamente nell’interpretare ogni piccolo o grande fastidio della vita come attacco personale contro di noi (ferita narcisistica).

“Dominare la rabbia è come domare un cavallo imbizzarrito. Chi riesce è un vero cavaliere; gli altri si limitano a tenere le redini” (Buddha).
Manifestare i sentimenti e le emozioni, in modo congruo alle situazioni che li sollecitano, è la modalità più funzionale per evitare un ingorgo emozionale, che è sempre negativo e potenzialmente patogeno, per il nostro equilibrio interno e per le nostre relazioni.

Equilibrio e rabbia

“Ero arrabbiato con il mio amico. Glielo dissi e la rabbia finì. Ero arrabbiato con il nemico. Non ne parlai, e la rabbia aumentò” (W. Blake).

Per un sano equilibrio psichico, dobbiamo quindi imparare (ed insegnare ai bambini) ad esprimere in modo adeguato ed assertivo i nostri pensieri, sentimenti ed emozioni. Comunicare empaticamente ciò che siamo a chi “merita”, desidera ed è in grado di accogliere i nostri pensieri e a ricambiarli con i suoi.
Una sana reazione agli “attacchi” esterni (da distinguere quindi dalla rabbia) tutela la nostra autostima, sapendo nel contempo rispettare quella degli altri, secondo il principio “la mia libertà finisce dove comincia la tua”.

La capacità di provare e comunicare le nostre emozioni è il miglior antidoto contro il disagio e le malattie, non solo quelle psicosomatiche.
L’aggressività sana, esito dell’evoluzione culturale umana, non è più la difesa istintiva degli animali (che in quanto istinto non è mai pari alla “cattiveria” rabbiosa della distruttivita umana), si può manifestare dinamicamente in modalità socialmente accettabili, evitando la sedimentazione “tossica” che poi sfocia negli attacchi collerici, nelle esplosioni d’ira, come un vulcano in eruzione che, lungamente inattivo e silente, risvegliato bruscamente, dà sfogo a tutta la sua potenza inespressa con la lava incandescente, che distrugge tutto ciò che intralcia il suo cammino.

0

Circa l'autore:

Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano
  Post correlati

Aggiungi un commento


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.