La bellezza, l’eleganza, lo stile
“Niente poteva oscurare la sua bellezza. Anche se se si fosse vestita di buio, la sua grazia sarebbe esplosa come una stella e ciascuno si sarebbe precipitato ad afferrarne un frammento” (F. Caramagna)
Con buona pace di chirurghi plastici, patiti del fitness e narcisisti vari, esiste una bellezza del corpo ed una bellezza dell’Anima.
La bellezza del corpo è ordinaria e transitoria: oggi c’è, domani forse. La bellezza del corpo è relativa, è più negli occhi di chi guarda che nell’oggetto in sè: la stessa persona può apparire bella a qualcuno e brutta a qualcun altro.
La bellezza dell’Anima invece è assoluta, è qualcosa d’interiore, è propria della Persona. Questa bellezza non è negli occhi dell’osservatore e non si affida quindi al capriccio dell’altro per essere confermata o svalorizzata.
La vera bellezza non può quindi essere “vista”, può solo essere sentita, percepita interiormente: non con gli occhi della mente, ma – attraverso i sensi – con lo sguardo dell’anima.
“Nel vero amore è l’anima che abbraccia il corpo” (F. Nietzsche).
La bellezza è data dallo spirito, non dalla materia (il corpo o l’abito). Non appartiene ai sensi, non è soggetta al giudizio della ragione o della coscienza. Più che alla mente, si rivolge al cuore. È essenza, non apparenza.
“Io non sono un corpo con un’anima – dice P. Coelho – sono un’anima con una parte visibile chiamata corpo.”
La Bellezza dell’Anima che non può essere distrutta. Nemmeno il tempo né la morte possono toccarla, perché l’anima è l’essenza ultima, infinita ed immortale del nostro Sé, al di là del corpo, la materia, lo spazio e il tempo.
Nell’incontro d’amore due anime si scelgono prima ancora di “darsi un corpo”.
L’amore che viene dall’anima si manifesta “prendendo corpo” nella sensualità fisica.
L’amore sensuale, come espressione mistica dei corpi, è l’unione del cielo e della terra, sintesi di sacro e profano.
Due corpi senz’anima consumano reciprocamente le proprie solitudini.
“L’eleganza non è una qualità esteriore, bensì una manifestazione dell’anima che si rende visibile al mondo” (P. Coelho).
Così come la bellezza, la vera eleganza di una persona non è data da ciò che mostra fuori; è data dal suo Spirito, non dal Corpo.
Ecco come I. Allende descrive questo concetto: “Ho gusti strani io. Solitamente mi piace chi indossa la propria anima. Null’altro.”
L’abito traveste il corpo e lo manifesta nella sua esteriorità apparente. L’anima non ha sembianze e non può essere trasfigurata: si mostra con la sua interiorità evidente.
L’eleganza è una sorta di linguaggio con cui si esprime e si interpreta l’animo umano.
Questa bellezza e questa eleganza si mostrano emozionalmente, diventano sensualità, un sovrapposizione di percezioni, suggestioni e proiezioni visibili ed invisibili.
La sensualità dunque non risiede solo nel corpo, ma anche nei gesti e nei sottili segni che quel corpo (e quella persona) riesce a trasmettere.
“È finezza di pensieri, è delicatezza di messaggi, è armonia di idee, è eleganza nelle azioni, è fascino della mente” (P. Melone).
Il fascino, il carisma, quello che emaniamo prorompe da dentro, non è fuori.
Il sorriso, la sensibilità, la gentilezza, la riservatezza empatica, la grazia del portamento contraddistinguono lo “stile” di una persona. E lo stile è il codice dell’anima. È tutto questo che ci rende attraenti agli occhi, ai sensi e all’anima degli altri.
“Il corpo attrae, l’anima conquista” (R. Giusti).
Quello che meglio veste il Corpo è la sua Anima. È l’Essenza della Persona, non la sua Apparenza.
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Circa l'autore:
Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano