Resurrezione

Il significato terreno della Pasqua

“Ognuno di noi ha il suo macigno. Una pietra enorme messa all’imboccatura dell’anima, che non lascia filtrare l’ossigeno, che opprime in una morsa di gelo, che blocca ogni lama di luce, che impedisce la comunicazione con l’altro.
È il macigno della solitudine, della miseria, della malattia, dell’odio, della disperazione e del peccato.
Pasqua è la festa dei macigni rotolati. È la festa del terremoto. Vorrei che potessimo liberarci dai macigni che ci opprimono, ogni giorno.
Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi.
E se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.”

(“Pasqua, festa dei macigni rotolati” – Don Tonino Bello)

Il tema della resurrezione riguarda tutti, credenti e non. Per gli atei, l’idea della resurrezione è solo un’illusione, un’ingenuità di persone poco inclini a piegarsi alla razionalità materiale.
Per i credenti, i cristiani in particolare, la resurrezione è una certezza, la ricompensa futura dell’adesione alla fede in Dio.
Da angolature opposte entrambi rischiano di perdere l’occasione di pensare alla resurrezione come evento concreto, terreno, della nostra vita attuale.
“La resurrezione non vuol dire prendere le molecole del corpo e portarle altrove. Vuol dire entrare in una modalità nuova di esistenza. Siamo chiamati a diventare spirito, cioè quell’energia che il nostro corpo deve pian piano far sorgere come strutture di una modalità nuova di esistenza, che non sappiamo cosa sia” (C. Molari).

Esiste cioè la possibilità di una “resurrezione mondana”, che è il RINNOVAMENTO della nostra vita, la capacità di portare i CAMBIAMENTI necessari a rendere la nostra esistenza una “vita buona”, piuttosto che una “vita alla buona”, una vita degna di essere vissuta. Una rinascita certamente faticosa, ma sempre possibile.
Bisogna dunque osare, ri-creare le condizioni affinché la vita ci mostri come fare e cosa fare per “rinnovarci”, tornare cioè a riassaporare le aspirazioni smarrite, i desideri sopiti, con tutta la forza necessaria per poterli (finalmente) realizzare.
Il “destino” può tracciare la trama della nostra esistenza, ma lo sceneggiatore, il regista e l’attore principale della nostra vita siamo sempre noi.
Meglio allora essere il protagonista della nostra storia, piuttosto che la comparsa di una vita decisa da altri.
“Osa: sposta ciò che ti opprime. Fa’ che la vita di mostri la tua rinascita. Il destino traccia la trama, tu riscrivi il finale” (R. Calia).
Tu PUOI ri-scrivere il finale: non la fine, ma il capitolo finale della tua vita su questa terra!

“Risorge chi ha la forza di ribaltare una situazione negativa; chi ha il coraggio di vedere la farfalla al di là del bruco; chi decide di prendersi cura di se stesso; chi naviga nella tempesta tenendo ben salda la nave; chi con pazienza rompe il guscio per affacciarsi al mondo; chi non si arrende e ogni giorno combatte la propria battaglia come può; chi cade a terra e trova la forza di rialzarsi; chi apre le braccia al mondo e vola alto come la colomba; chi ama la vita al punto di essere contagioso; chi nel buio ha il coraggio di accendere la luce per vedere cosa c’è e farsi strada meglio; chi con umiltà si aggrappa ad una mano tesa.
Risorge chi ama e porta speranza là dove manca”
(M. Guerra).

Il significato ultimo della resurrezione di Cristo è la salvezza.
Il senso umano della resurrezione su questa terra è il rinnovamento materiale e spirituale della nostra vita.
Tutti possiamo credere in questa Pasqua.

0

Circa l'autore:

Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano
  Post correlati

Aggiungi un commento


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.