
La capacità di star soli
“Paradossalmente, la capacità di stare soli
è la condizione prima per la capacità d’amare.”
(E. Fromm)
La capacità di stare da soli è la condizione essenziale della vera capacità di amare.
Questo paradosso è solo apparente.
Essere soli è diverso dal “sentirsi soli”, che invece è assimilato all’ “essere abbandonato”.
La solitudine più penosa infatti non si avverte quando siamo soli.
C’è una solitudine ancora più devastante ed è quando ci sentiamo soli in presenza di altre persone.
Persone che ci guardano, senza vederci.
Che ci sentono, ma non ci ascoltano.
O, ancora peggio, che ci giudicano, senza conoscerci veramente.
Se ci riconciliamo con noi stessi, se contiamo innanzitutto su di noi, imparando a star da soli, la solitudine non è vissuta come abbandono, ma come “stare bene in compagnia di sé stessi”.
Non è la solitudine depressiva quindi, ma saper stare in rapporto con se stessi.
Se abbiamo recuperato una buona relazione con noi stessi, stare soli è la “compagnia” più sicura e stabile.
Senza questa capacità, l’amore verso gli altri è solo un bisogno, un attaccamento necessario per riempire un vuoto altrimenti intollerabile.
Il privilegio di saper stare bene da soli
ti regala quello più pregiato, di poter scegliere con chi stare.
Il rapporto con gli altri smette di essere una necessità, un bisogno compulsivo, una dipendenza.
Da bisogno primario diviene un “lusso” secondario, dove l’incontro con l’altro non è un riempimento di vuoti, ma un rapporto utile ad arricchirci entrambi.
Finché non ami te stesso, non potrai mai sentirti amato profondamente.
E quindi amare veramente gli altri.
Amare sé e amare gli altri
“Innamorati di te. Della vita. E dopo di chi vuoi” (F. Kahlo).
È solo nel momento in cui ritroviamo la fiducia in noi stessi e diventiamo capaci di amarci che possiamo dare fiducia anche agli altri ed amarli.
Se non impariamo ad apprezzare noi stessi, come possono pensare che gli altri ci apprezzino per ciò che abbiamo da offrire, se noi per primo non gli diamo il giusto valore?
L’amore per se stessi non è narcisismo, che di fatto è proprio assenza di un sano amore di sé.
L’egocentrismo narcisistico è esattamente l’opposto.
La persona che non è riuscita ad amare se stessa diventa egocentrica.
Anche per Freud gli egoisti sono incapaci di amare gli altri, ma ancor più incapaci di amare se stessi.
“L’amore per se stessi implica la scomparsa del Sé.
Questo è il paradosso: l’amore per se stessi è totale assenza di Sé” (Osho).
Il Sé e il non-Sé (in pratica: l’Io e gli Altri) sono uniti in una continuità indisgiungibile, all’interno di una matrice di senso.
Amore di sé e amore degli altri sono le due facce della medesima medaglia.
Io e Tu, che insieme diventiamo Noi, in una relazione simmetrica e paritaria.
AGO
Circa l'autore:
Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano