Spirito guerriero
“Lo spirito si rivela a tutti con la stessa intensità e coerenza, ma solo il guerriero è costantemente sintonizzato con tali rivelazioni.”
(C. Castaneda)
Contrariamente a ciò che si crede, il guerriero conosce bene la paura del combattimento; sa che il vero coraggio non è assenza di paura ma è la capacità di sormontare gli ostacoli e di affrontare le battaglie necessarie, NONOSTANTE la paura.
Prima di affrontare un combattimento, il guerriero si domanda sempre: “Fino a che punto posso contare sulle mie forze e sulla mia esperienza?”
Le battaglie che ha ingaggiato gli hanno sempre insegnato qualcosa.
Man mano che è andato avanti, il guerriero ha imparato che possono presentarsi imprevisti di cui non aveva tenuto conto e che sfuggono al suo controllo.
Perché, in guerra e in amore, non è mai possibile prevedere tutto.
Più di una volta ha sofferto per persone che non erano all’altezza della sua fiducia.
Ha imboccato strade che non erano le sue.
Ha mancato ai suoi doveri materiali e spirituali.
Ha detto sì quando avrebbe voluto dire no.
Qualche volta ha tradito e mentito.
Ha ferito qualcuno che amava.
Ha dubitato di se stesso.
Ma proprio per questo è un guerriero: ha attraversato queste esperienze e non ha perduto la speranza di diventare migliore.
È per questo che il guerriero rischia il suo cuore solo per qualcosa di cui valga la pena.
Ogni guerriero sa che non potrà evitare le cadute ma vuole evitare di ripetere gli stessi errori. I vincenti non cadono mai nello stesso errore.
Per quanto l’obiettivo possa essere difficile, esiste sempre un modo per affrontare i pericoli e superare gli ostacoli.
Egli sa che alcuni momenti difficili si ripresentano; e si ritrova così davanti a problemi e situazioni che ha già affrontato.
“Questo l’ho già passato”, si lamenta con il suo cuore. “È vero, l’hai vissuto – risponde il cuore – Ma non l’hai mai del tutto superato”.
Il guerriero allora comprende che il ripetersi delle esperienze ha un’unico significato: insegnargli ciò che non vuole apprendere, per costringerlo finalmente a cambiare ciò che ostacola il suo cammino.
Un giorno all’improvviso, il guerriero può sentire di lottare senza lo stesso entusiasmo di prima; prova frustrazione e si deprime, pensando di essere incapace di progredire nella vita.
Sembra che ogni gesto abbia perduto il suo significato.
Ciononostante continua a fare ciò che deve, sa di avere una sola scelta: continuare a combattere.
Pur con fatica e pesantezza il guerriero si mantiene concentrato e persevera.
Non interrompe il suo cammino, anche quando tutto sembra inutile.
Il guerriero sa che se cammina solo nelle giornate di sole non raggiungerà mai la sua destinazione, per questo prosegue anche nelle tempeste e con il vento contrario.
Qualche volta anche il guerriero cade preda dello scoramento.
Prova anche lui sofferenza e confusione, perché sa di non aver ancora raggiunto la meta che si era prefissato.
Anche se in quel momento pensa che niente riuscirà a risvegliare la sua passione ormai affievolita, resta caparbio e non perde del tutto la speranza.
Non abbandona la missione che ha intrapreso.
Mantiene la posizione raggiunta, in attesa che sopraggiunga qualcosa a restituirgli il vecchio entusiasmo.
Ma sa anche che se rimane fermo ad aspettare per troppo tempo, non uscirà indenne da quel blocco.
È necessario uno scatto imprevedibile per compiere il passo successivo.
E allora il guerriero utilizza un briciolo di follia per sostenere il suo coraggio.
Così, quando meno se lo aspetta, una nuova porta si apre, e il guerriero può riprendere il viaggio.
Perché così come all’inverno fa seguito la primavera, niente può finire, e la strada del guerriero è un cammino senza fine. Una volta raggiunto l’obiettivo, egli incontra una nuova sfida e deve ricominciare di nuovo, usando sempre tutto ciò che ha appreso lungo il cammino.
La forza del guerriero non è quella dell’uomo comune.
L’uomo comune cerca la certezza negli occhi di chi guarda e la chiama sicurezza di sé.
Il guerriero cerca l’ispirazione nei propri occhi e la chiama umiltà.
L’uomo comune dipende dai suoi limiti, il guerriero dipende solo dell’infinito.
(libera riel. da P. Coelho: “Manuale del guerriero della luce”)
Il potere interiore
“Rimanere se stessi in un mondo che giorno e notte si adopera per trasformare ciascuno di noi in un essere qualsiasi vuol dire combattere la battaglia più dura della vita” (R. Battaglia).
Le avversità sono dunque utili. I pericoli e le prove portano con sé anche opportunità, mettono le persone in condizioni di cercare oltre la realtà di tutti i giorni e le mettono in contatto con il loro vero Sé.
Nella disperazione le persone possono tirar fuori il meglio, quella forza interiore che tutti abbiamo sopita dentro. Prendono coscienza che tutto può essere cambiato, anche quello che a prima vista sembra impossibile.
La sofferenza non è determinata solo dalle difficoltà della vita, ma soprattutto dal nostro personale modo di reagire alle avversità. Ed essendo un prodotto del nostro mondo interno, è in nostro “potere” affrontarla.
Solo noi possiamo allora cambiare le cose, attingendo alle potenzialità più profonde della nostra Essenza.
“Sono quel che sono.
Avendo fede nella bellezza dentro di me, sviluppo fiducia.
Nella dolcezza ho forza.
In silenzio cammino con gli dei.
In pace capisco me stesso e il mondo.
Nel conflitto mi allontano.
Nel distacco sono libero.
Nel rispettare ogni creatura vivente,
rispetto me stesso.
In dedizione onoro il coraggio dentro di me.
In eternità ho pietà per la natura
di tutte le cose.
In amore accetto incondizionatamente l’evoluzione degli altri.
In libertà ho potere.
Nella mia individualità esprimo
la Forza divina che è dentro di me.
In servizio do quel che sono diventato.
Sono quel che sono:
Eterno, immortale, universale e infinito” (S. Wilde).
“La persona segue internamente la via dell’umiltà, esternamente quella del coraggio. Dal monaco impara l’umiltà, dal guerriero il coraggio” (R. Calia).
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Circa l'autore:
Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano