La presunzione dei saccenti
“Il solo idiota più grande della persona che sa tutto, è quello che discute con lui.”
(S. Jerzy Lec)
Si è affermata al giorno d’oggi una nuova Scienza: la TUTTOLOGIA.
Una scienza di cui il titolo di dottorato non si acquisisce in Università, ma in tutta scioltezza e libertà, frequentando bar e guardando la televisione.
La tuttologia è la cosa più democratica e universalistica che ci sia, al di là di genere, età, colore, religione, ceto sociale: tutti possono vantarne la qualifica (e tutti lo fanno spudoratamente).
Siamo ormai un popolo di esperti di tutto: politica, calcio, economia, psicologia, filosofia, sesso, amore, droga, e rock’n’roll!
Tutti in modo assolutamente autoreferenziale e incontrovertibile sanno un po’ di tutto (in estensione), e di tutto un po’ (in profondità).
In sostanza tutti sanno nulla e nessuno sa niente!
“La presunzione può gonfiare un uomo, ma non lo farà mai volare” (J. Ruskin).
Chi si ostina a voler sapere
più di quel che sa, alla fine finisce per dimostrare quello che in effetti è!
Molte persone non sanno oppure non capiscono tutto quel che c’è da capire. Pazienza, nessuno è perfetto, nessuno peraltro ci chiede di esserlo.
Altre invece (tante altre, e sono le più pericolose) non sanno o non capiscono, ma sono convinte del contrario. Agiscono con grande presunzione ed arroganza, pretendono di dimostrarci a tutti i costi le loro “genialità”, che altro non sono che normalità, ingigantite da un cervello mediocre.
Sono i saccenti, quelli che presumono di capire e di sapere tutto. Si prodigono a dare opinioni senza esserne richiesti, non hanno mai dubbi, criticano a prescindere, ostentano le loro conoscenze (in modo superficiale o fuori luogo), non hanno l’umiltà di ascoltare, non cambiano mai idea.
Esperti
Ormai tutti sembrano essere diventati esperti di qualsiasi cosa.
Fai sempre attenzione a cosa hanno da dire i cosiddetti “esperti”.
Per paradosso, un esperto in genere dovrebbe essere uno che cerca di sapere il più possibile su specifici argomenti, quindi deve restringere sempre più il suo campo, fino al punto estremo di approfondire sempre più dettagli su sempre meno argomenti, spingendosi in verticale fino a sapere TUTTO DI NIENTE.
Altri invece amano essere esperti di tutto, e quindi, per abbracciare tutto il sapere, devono necessariamente spaziare in orizzontale, senza profondità, galleggiando in superficie sul sapere, fino a conoscere fondamentalmente NIENTE DI TUTTO.
“Un esperto conosce tutte le risposte. Sono le domande che non capisce!” (Cit.).
Non c’è argomento, problema o cosa su cui gli esperti non sappiano dirti con certezza cosa devi fare. Tu, mica loro!…
I loro consigli sono sempre presenti (anche quando non richiesti), le loro opinioni sono sentenze inappellabili.
Ovviamente tutti rigorosamente autoproclamatisi esperti.
In modo perentorio e senza ombra di dubbio, ti diranno cosa FARE O NON FARE.
Dopodiché, tu dimentica i loro consigli, fai quello che vuoi fare, e nonostante i loro moniti, tu fallo lo stesso. Segui il tuo istinto.
Nove volte su dieci, avrai ragione tu!
Il vero sapiente fa invece l’opposto: chiede, ascolta, si interroga, comprende. Solo su richiesta (e solo eccezionalmente) suggerisce qualcosa. Non è mai prodigo di “buoni consigli”, come invece ama fare il saccente. Sa che il consiglio significa sostanzialmente di presumere ciò che l’altro dovrebbe fare, perché è quello che farebbe lui se fosse al posto dell’altro.
Peccato che in quella situazione non si trovi propriamente lui e, dunque, il suo consiglio è del tutto inutile.
Dubbi
“Dubitate di chi ha solo grandi certezze e riponete fede in chi ha anche dei seri dubbi, in quanto la vera saggezza sta anche nel saper riconoscere la propria ignoranza. Ne fu un classico esempio il grande filosofo greco Socrate, alla base della cui sapienza stava la consapevolezza di sapere di non sapere nulla” (X. Wheel).
In un epoca di grandi cambiamenti e di complessità crescenti, nutrire solo certezze è possibile solo a chi ama galleggiare leggiadramente nella superficialità e nel qualunquismo.
Tutti gli altri non possono che nutrire dubbi, interrogarsi sulle incertezze, sulle possibili soluzioni ai tanti problemi e scenari che si aprono al nostro orizzonte.
L’anima risvegliata da un dubbio è migliore da un’anima spenta che dorme sicura di sé!
Personalmente, la mia sola certezza è che non sono sicuro di niente.
… E di questo sono assolutamente certo!
Apertura e (chiusura) mentale
“È impossibile sconfiggere un ignorante durante un litigio” (W. Gibbs).
Il consiglio è chiaro. Non iniziare mai una discussione con uno stupido o un ignorante. Non scendere mai al suo livello: ti batte con l’esperienza!
E chi osserva potrebbe non notare la differenza fra te e lui o lei.
Ahimè, nonostante tanta informazione, la fruibilità del sapere e della conoscenza, l’ignoranza in giro è ancora tanta.
Ignoranza che oggi non è solo, letteralmente “ignorare”, non sapere, ma soprattutto presunzione, arroganza e autoreferenzialità: tutti sono onniscienti e onnipotenti: tuttologi appunto!
Ed essendo tutti saputelli e saturi nel cervello, in testa non può più entrare nulla. È solo con la “mente sgombra” che possiamo essere pronti ed aperti al nuovo.
Per sorridere un po’, ricordo che – nonostante abbiano chiuso i manicomi – l’apertura mentale sarebbe ancora del tutto legale!
Opinioni
Il problema non è dunque la libertà (sacrosanta) di esprimere quello che ognuno di noi pensa (anche se sarebbe sempre bene esprimere un pensiero alla volta, in modo chiaro e soprattutto pertinente…), il problema semmai è la presunzione saccente con cui ognuno rappresenta la propria visione del mondo, ritenendo di possedere certezze assolute.
È come se ognuno di noi, in modo del tutto autoreferenziale e arbitrario, si concepisse il baricentro dell’universo (o, più poeticamente, l’ombelico del mondo) e si pensasse come il portatore della parola e della verità.
Non è un fatto di istruzione, cultura o competenza, è soprattutto un fatto di presunzione e di malcelato narcisismo (il narcisismo non è solo quello tipico del pavone, ma anche quello del falso umile, che non è nemmeno consapevole di essere portatore di quella “volontà di potenza”, e che in fondo non accetta neanche il piacere del confronto fra pari).
L’autoreferenzialità è in realtà il sintomo narcisistico di cui è permeata inconsapevolmente (e quindi ignorantemente) la nostra realtà quotidiana.
Sarebbe bello se ciascuno potesse parlare per dire semplicemente la propria opinione, con la consapevolezza che è solo … la propria modesta opinione!
Non la Verità o il pensiero più geniale e intelligente che sia mai stato espresso su ogni singolo aspetto della vita.
Dire con semplicità e “umiltà” il proprio punto di vista va SEMPRE bene: “un uomo diventa semplicemente geniale – diceva Gaber – quando pensa con la propria testa!” (cosa che evidentemente capita sempre più raramente, aggiungo io…).
I più pensano per “sentito dire”, un proto-pensiero, che raramente diventa un concetto, raffazzonato ascoltando la televisione, leggendo i titoli dei giornali o i post frettolosamente scorsi sui social.
Non si dovrebbe in ogni caso MAI perdere di vista che è solo un modo soggettivo (mai del tutto obiettivo ed esaustivo) di vedere quel determinato aspetto di una realtà sempre più complessa e complicata.
Personalmente quando dopo una mia affermazione mi chiedono: “Ma sei sicuro?”, io rispondo d’istinto: “Non sono mai sicuro di niente!… Solo di questo sono sicurissimo!”
Preghiera semplice
Non ci resta dunque che “pregare”, ma soprattutto, per preservare la nostra igiene mentale, di stare alla larga dai tanti presuntuosi, saccenti ed esperti che popolano (inutilmente) la nostra vita.
“Salvami dalla presunzione, di sapere tutto.
Dall’arroganza, di chi non ammette dubbi.
Dalla durezza, di chi non tollera ritardi.
Dal rigore, di chi non perdona debolezze.
Dall’ipocrisia, di chi salva i princìpi
e uccide le persone.”
(don Tonino Bello)
MAR
Circa l'autore:
Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano