Lo sguardo dell’anima

Guardare e vedere

“Se desideri vedere le valli, sali sulla cima della montagna. Se vuoi vedere la cima della montagna, sollevati fin sopra la nuvola. Ma se cerchi di capire la nuvola, chiudi gli occhi e pensa” (K. Gibran).

Guardare non sempre vuol dire vedere. La vista è un atto fisiologico, è uno dei cinque sensi di cui siamo materialmente dotati. Tutti possono guardare, pochi riescono a vedere.
E se non si vede, c’è poco da fare! Non è sufficiente andare dall’oculista o cambiare gli occhiali.
Vedere è qualcosa che va oltre i sensi, coinvolge la psiche, la mente e l’anima: è la ricerca del significato profondo delle cose e delle nostre stesse esperienze.
Vediamo solo quello che siamo pronti a vedere, quando guardiamo senza oscuramenti e distorsioni.
“Come fai a vedere tutto così chiaramente?”, chiese un allievo al suo Maestro.
“Chiudo gli occhi” rispose questi (Koan Zen).
C’è chi guarda e non vede, e c’è chi vede senza guardare.

La realtà esterna (ciò che c’è fuori di noi) è solo una rappresentazione di ciò che vediamo dentro. Per guardare oltre ciò che ci appare, per vedere in profondità, bisogna essere capaci di penetrare dentro (en), di entrare nelle cose, che siano la natura, le cose della vita o altre persone. Vediamo dunque quello che siamo disposti a sentire.
È solo mettendo in sintonia il guardare, il vedere e il sentire che possiamo attraversare il mondo con consapevolezza. Questo sostanzialmente vuol dire fare esperienza della vita e ampliare la nostra coscienza.
La piena consapevolezza permette infine di esperire il senso di coesione interna e l’integrazione del Sé. La realtà esterna è finalmente connessa con il nostro mondo interno.

”L’anima fortunatamente ha un interprete, spesso inconsapevole, ma fedele: lo sguardo” (C. Bronte).
È come se gli occhi ascoltassero il mondo, mentro lo sguardo parla, interpreta ed esprime la nostra anima. Gli occhi sono la porta dell’anima.
Quando piangiamo è evidente che piange il nostro cuore: gli occhi esprimono i nostri sentimenti. L’anima peraltro trova spazio per esprimersi più nel silenzio che nel rumore del mondo.

“L’anima di una persona è nascosta nel suo sguardo. Per questo abbiamo paura di farci guardare negli occhi” (J. Morrison).
Spesso infatti non reggiamo lo sguardo dell’altro, abbassiamo gli occhi, più che a non penetrare dentro l’altro, ci ritraiamo per timore, vergogna o pudore di svelare la nostra intimità. Sembriamo confermare il luogo comune secondo cui gli occhi e lo sguardo sono il passaggio segreto verso l’anima. L’occhio dell’altro, se va oltre lo schermo del nostro, sarebbe in grado di “vedere” all’interno di noi, il nostro Sé interiore.
Io più semplicemente penso che attraverso gli occhi noi possiamo esprimere, al di là delle parole, l’autenticità, lo stupore, il piacere o, al contrario, la chiusura, il diniego o la paura.
Sempre che l’altro sia disposto a cogliere nei nostri sguardi la ricchezza delle nostre comunicazioni.
“Ho passato la vita a guardare negli occhi della gente. È l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima” (J. Saramago).
Resta il fatto poi che non è sempre detto che chi guarda, sappia vedere tutto ciò che c’è veramente da svelare.
Il nostro viaggio terreno diviene una continua scoperta se non ci accontentiamo di cercare superficialmente sempre più cose materiali, ma se sappiamo intravvedere ciò che di immateriale ci accade, con occhi sempre nuovi e penetranti.

Visione

“La visione è la capacità di vedere l’invisibile. Se si riesce a vedere l’invisibile, è possibile ottenere l’impossibile” (S. Khera).

C’è un ulteriore aspetto, oltre il guardare e il vedere. Il più grande dono che l’uomo ha ricevuto probabilmente non è il dono della vista, ma quello della visione.
La vista è una funzione degli occhi, la visione è una funzione del cuore (M. Munroe).
Avere una visione, una prospettiva chiara, un orizzonte ampio, è quanto mai necessario nella vita. Senza visione trasciniamo un’esistenza zavorrata dalla pesantezza dei compiti quotidiani.
La visione dà senso alla vita.

La visione è la capacità di vedere l’invisibile, di gettare lo sguardo oltre l’orizzonte del visibile.
Chi ha una visione è in grado di vedere ciò che gli altri non vedono.
Solo il visionario infatti può costruire ciò che i sognatori osano appena immaginare.
La visione comporta di per sé l’azione, la costruzione di ponti che oltrepassano il passato e, dal presente, portano verso il futuro.
Una visione senza azione rimane solo un sogno. L’azione senza visione può trasformarsi in un indaffarati senza slancio, una fatica infinita; in un incubo.
“Preferisco essere un sognatore tra i più umili, con visioni da realizzare, piuttosto che il principe di un popolo senza sogni nè desideri” (K. Gibran).

Il visionario è colui che aspira a costruire ciò che ha visto, andando contro corrente e oltre le rinunce comuni di quelli che sono abbarbicati alle certezze precarie del presente.
È quello che è capace di realizzare, ossia rendere reali, i sogni prima che il successivo tramonto li faccia sparire dall’orizzonte.

“La tua visione diventa chiara
quando guardi dentro il tuo cuore.
Chi guarda fuori, sogna.
Chi guarda dentro, si sveglia”
(C.G. Jung).

0

Circa l'autore:

Dr. Roberto Calia Psicologo Psicoterapeuta Milano
  Post correlati

Aggiungi un commento


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.